Il saggio di Marco Cervioni propone un’economia autogestita dal basso e che tutela gli interessi dei cittadini e dei piccoli e medi produttori in base alle loro reali esigenze, mirando alla ricerca di un sistema basato sulla microdemocrazia, l’empowerment e la partecipazione civica.
Linee guida per la costruzione partecipata di un sistema socio-economico parallelo a quello tradizionale di Fabrizio Guarducci
Il cittadino non è solo parte dello stato ma è esso stesso la società. Gli antichi greci lo chiamavano idiòtes. E’ colui che delega allo stato il potere di assolvere tutte quelle necessità per un corretto funzionamento della società di cui fa parte. Lo stato viene ricompensato per questo servizio attraverso il prelievo fiscale. E’ evidente che questo rapporto si è notevolmente squilibrato. Pertanto oggi la società deve assumersi quelle responsabilità che lo stato non è più in grado di garantire e quindi deve partecipare responsabilmente alla realizzazioni di quei desideri di cui i cittadini hanno bisogno.
Come? Esistono già movimenti spontanei di partecipazione attivi e concreti e anche esempi nati da forti necessità. E’ il momento che queste iniziative, episodiche e scollegate tra loro, siano “sistemate” per il bene della nostra nazione.
La soluzione è non “invadere” ma incoraggiare questo modello che “deve” rimanere parallelo, se vuole sopravvivere. Da qui potranno prolificare microimprese dove prevarrà la capacità di sussistenza delle comunità, lo spirito di servizio sociale, di salvaguardia dell’ambiente, di business solidarity.
Non dovrebbe essere difficile perché gli obiettivi principali dei due sistemi sono diversi : industriale e globale l’uno, artigianale e locale l’altro. Il pregio di questo progetto, che potrà avvalersi delle potenzialità della rete, che ha contribuito a democratizzare la distribuzione, è quello di rigenerare l’economia e anche l’etica, perché spinge verso una condivisione della vita oltre che del lavoro.
Naturalmente non dovrebbe avere i difetti del macro sistema, così imbrigliato da leggi contraddittorie e oscure; dovrebbe invece essere aiutato da una deregulation che gli permetta di esistere. Inoltre è bene sottolineare che lo Stato deve intendere la partecipazione non soltanto per risolvere i propri problemi, ma anche di quelli di quei cittadini che non hanno lavoro.